Milano Milano è una grande città, si canta si balla e l' amore si fa
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Usiamo questo topic per ricordare le curiosità, i protagonisti e le grandi imprese.
Eddie “The Eagle” Edwards, quando l’entusiasmo ti mette le ali.
Eddie Edwards era un mediocre discesista inglese ma con un’idea ben precisa in testa: voleva partecipare alle olimpiadi. E siccome non avrebbe mai potuto farlo nella specialità che praticava, ebbe la geniale ed ardita idea di inventarsi saltatore dal trampolino.
Cominciò ad allenarsi a Lake Placid negli USA, senza nessuno sponsor ma autofinanziando la sua preparazione arrangiandosi anche utilizzando le attrezzature dei suoi due allenatori. aveva anche caratteristiche fisiche incompatibili con un saltatore di trampolino (pesava 9 kg in più del saltatore più pesante del tempo) e un problema di miopia che lo obbligava a indossare degli occhialoni da vista al di sotto di quelli sportivi
Prese parte ai mondiali in baviera classificandosi al 55esimo posto, risultato inverecondo che tuttavia gli permise di qualificarsi per i Giochi di Calgary ’88. E alle olimpiadi ci andò sul serio!
Arrivò ultimo in entrambe le specialità, 70 e 90 m, ma divenne l’idolo di quell’olimpiade per la sua storia: un dilettante che realizza il sogno di rappresentare la propria nazione alle olimpiadi.
Nel 1990 il Comitato Olimpico Internazionale istituì quella che divenne nota come la Regola di Eddie The Eagle, che richiede per la partecipazione olimpica di competere preventivamente in eventi internazionali e di essere collocato nel 30% degli atleti migliori oppure entro i primi 50 concorrenti. Nonostante i tentativi non riuscì più a qualificarsi per un’altra olimpiade, ci provò fino a Nagano. Nel 2010 è stato tedoforo per le olimpiadi di Vancouver.
Eddie Edwards è attualmente il detentore del record di salto dal trampolino per il Regno Unito (73,5 m - Calgary ‘88). Anche perché unico atleta britannico della storia a volare con gli sci da un trampolino olimpico.
Alla sua storia è stato dedicato il film “Eddie the Eagle” - 2016
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Da un salto nel passato remoto ad una discesa nel passato prossimo: le gesta di un protagonista (almeno per curiositá) delle Olimpiadi di Sochi 2014. Ci addentriamo nel mondo dello slittino parlando di un altro atleta che per nascita non lo si collocherebbe mai in una competizione con i ghiacci.
Il protagonista è Fuahea Semi, tongano. Anche lui come il 99.95% della popolazione mascolina delle isole Tonga sognava di fare il rugbysta di ballare la Sipi Tau mostrando la fuoriuscita della lingua dalla cavità orale, ma il destino beffardo fa si che sia troppo scarso per questo giuoco.
Quindi partecipa ad una campagna pubblicitaria di una compagnia tedesca, la Bruno Banani, e si siede per la prima volta su uno slittino, fu amore a prima vista anche se lo slittino ne aveva visti di tutti i colori e dimensioni, il tongano non si impressionò e decise che quello sarebbe stato il suo sport.
Ha quindi cambiato nome legalmente in Bruno Banani (la compagnia tedesca di cui sopra) attirandosi le ire del presidente del CIO poco aduso allo scherzo e così trovò i soldi per allenarsi con la nazionale tedesca, che vede tra gli altri Felix Loch oro olimpico.
Alle olimpiadi di sochi si qualificò 32esimo su 39 partecipanti. Vediamo cosa combinerà quest'anno in Corea!
Sempre dalle simpatiche isole Tonga viene questo sdrucciolevole atleta, portabandiera a Rio 2016, che ha partecipato ai giochi estivi nella disciplina del taekwon-do. passando alla ribalta più per la fisicata unta che per i risultati sportivi
Si chiama Pita Nikolas Taufatofua e lo rivedremo a Pyeongchang, ben più coperto, alle prese con lo sci di fondo.
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Tonga terra di rugbysti, santi e sciatori. Anche se non è ancora ufficialmente qualificato, probabilmente lo vedremo ai giochi a rappresentare per la prima volta la sua terra nello sci alpino
Kasete Naufahu Skeen è già soprannominato il Tomba di Tonga. Speriamo riesca a coronare il suo sogno olimpico.
Le Olimpiadi di Pyeongchang (forse, dopo la decima volta, ho imparato a scrivere Pyeongchang senza controllarne il nome) segneranno anche la storia del Kenya, che per la prima volta si vedrà rappresentato ai giochi olimpici invernali. La leopardona delle nevi, con la soberrima tuta (di cui abbiamo un'immagine di repertorio), è Sabrina Simader per la quale tutti faremo il tifo
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Insomma, Tonga si conferma una super potenza degli sport invernali La Simader non è così scarsa come si potrebbe pensare, anzi, qualche garetta in Coppa l'ha già fatta e non ha eccessivamente sfigurato Sicuro nello sci alpino vedremo gente piuttosto folkloristica
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ahahahah
quasi come la goggia domenica
Solano è stato espulso dalla gendarmeria francese che non gli ha creduto quando ha dichiarato di dover andare in norvegia per completare il campionato del mondo di sci nordico. Con solo venti euro in tasca all'aereoporto è potuto tornare in Venezuela grazie a una raccolta fondi lampo. Dopo l'incidente diplomatico ha potuto prendere parte alla competizione. Non ci sono notizie sull'eventuale partecipazione ai giochi
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Mi sa che Solano queste Olimpiadi le vedrà da casa, purtroppo...
In compenso nel Fondo avremo un bel po' di atleti africani. Segnalo anche la presenza dei thailandesi Chanloung, i fratelli Mark e Karen. Thailandesi di Gressoney, Val d'Aosta. Tra l'altro Mark è anche abbastanza bravo, sicuramente non arriverà ultimo.
Altra segnalazione: nel Pattinaggio di Velocità in Pista Lunga, avremo Pedro Causil, colombiano. Può sembrare folkloristica anche la sua presenza, ma in realtà è figlia di un progetto a lungo termine: la Colombia è la nazione più forte al mondo nel pattinaggio a rotelle e, visto che non è olimpico, sta investendo in quello sul ghiaccio per cercare nuovi campioni. Lo stesso Causil infatti vanta 3 ori e 1 argento ai Mondiali di Inline Skating. Lo vedremo in gara su 500 e 1000, in bocca al lupo anche a lui.
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Per la rubrica "Forse non tutti sanno che" il comitato olimpico ha cercato di introdurre il balletto sulli sci come disciplina olimpica. È stato sport dimostrativo alle olimpiadi invernali di Nagano e Albertville, poi, è inspiegabilmente caduto nell'oblio
Vi butto lì i momenti che più ricorderò delle Olimpiadi invernali.
22 Febbraio 1994. Sono a casa con l'influenza (facevo il Liceo). Dopo un epico De Zolt, Albarello ci riporta davanti nel classico e siamo davanti con la Norvegia. Norvegia che gioca in casa ed è la grande favorita. Tifo alle stelle. Siamo via con Norvegia e Finlandia. Vanzetta ci tiene nel gruppo e si arriva all'ultima frazione, sempre in 3. La Norvegia mette il mito dello sci di fondo: Bjorn Daehlie. Noi mettiamo il nuovo rampollo di casa Italia. Silvio Fauner. Pubblico letteralmente in visibilio, con Daelie che strappa a ripetizione, per scrollarsi di dosso i due rivali, perchè se arrivano in volata, Silvio è pericoloso, pericolosissimo. Il finlandese Isometsa cede e rimangono in due. Daehlie le prova tutte, sospinto dai tifosi norvegesi. nionte da fare, si arriva nello stadio letteralmente ululante e sono sempre in due.
Parte la volata, con Silvio davanti. Daehlie ci prova, ma non c'è niente da fare. Vince Fauner. Silenzio totale nello stadio. Io urlavo nel letto.
E poi Tomba. Di Tomba ne avrei diverse, tra Calgary e Albertville, ma sempre a Lillehammer fa una roba che me la ricordo ancora. E la cosa assurda è che non è una vittoria. Fa una prima manche orrida, perchè senza filo, e chiude 12esimo a 1 e 84 da Stangassinger. La seconda è una roba pazzesca.
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La mia "prima" Olimpiade (nel senso da che mi ricordi qualcosa ) è stata Nagano '98. Quasi nulla in diretta ovviamente, ma tante immagini e ricordi anche in famiglia. Due istantanee in particolare, la prima:
Che roba Herminator... 6 giorni dopo aveva al collo 2 ori.
L'altra è decisamente meno traumatica, ma ancor più emozionante:
Tanto fenomenale quanto sfortunata. Però che forza della natura peccato aver assistito alle sue imprese quando ormai stava tutto finendo