Nuovo presidente UCI - e nuove regole....

riduzione numero di ciclisti per squadra

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    In questo video di cicloweb si ipotizza un certo conflitto di interessi per la nazionalità del nuovo presidente UCI, essendo francese ed essndo il tour già un fenomeno di livello superiore agli altri due grandi giri, come la vedete?

    il nostro Di Rocco, nel mentre vi si accomoda affianco(vicepresidente....)



    Edited by G'Sun - 10/11/2017, 11:37
     
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    Ma si e quello che ipotizzavo -e un rafforzamento dei pigliatutto Francesi ma di contro questo COOKSON un incompetente assoluto la rovina delUCI , il francese speriamo non sia totalmente di parte a noi il vicepresidente con l'inutile Di Rocco , mhaaa comunque sembra che questo sia disposto a cambiare qualcosa al world tour , speriamo in meglio ma fare peggio sembra difficile , poi e uno che vuole cambiare qualcosa sulle radioline ...sperem
    Wil c.
     
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    io sulla riduzione dei ciclisti per squadra sono sempre stato favorevole, forse oserei dire un precursore, ne parlo da una decina di anni, però non l'avevo vista sotto questa ottica della perdita di lavoro... e poi per come la vedo io potrebbe essere una possibilità in più, come ho anche sempre detto per invitare un altro paio di squadre, pareggiando quasi il numero di partenti e dando visibilità a qualche altro sposor con un paio di wild card in più, ma a questo ci arriveremo credo tra altri 10/15 anni :mf_popeanim.gif:

    CITAZIONE
    Ciclismo, Gianni Bugno tuona sulla riduzione dei ciclisti nelle corse: “sicurezza non vuol dire mettere venti corridori in meno in gruppo”
    image: http://www.sportfair.it/wp-content/uploads...q=80&w=753&zc=1

    gianni bugno

    Daniele Badolato
    Gianni Bugno, presidente del sindacato mondiale tuona contro la riduzione dei corridori che porterà vari ciclisti a perdere il posto di lavoro

    image: http://www.sportfair.it/wp-content/uploads...ent-300x169.jpg

    David Lappartient La prossima stagione nelle corse corse principali non ci sarà una squadra che correrà. L’UCI ha imposto la regola di togliere un corridore per ogni team sia nei grandi giri (passando da ciclisti 9 a 8) che nelle corse in linea (passando da 8 a 7). Questa è la prima decisione da parte del neo presidente David Lappartient per dare maggiore sicurezza nelle strade e più spettacolo. A fare le spese sono stati 24 corridori che hanno perso il posto in squadra e non sono riusciti a trovare ancora un team. Il mercato è ancora aperto e qualche corridore ha la possibilità di trovare una squadra, anche se molti team stanno presentando i roster per la prossima stagione. La Trek Segafredo per esempio sta trattando qualche ciclista e su questo tema, Luca Guercilena manager della squadra americana, ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport:

    “una scelta fatta in relazione all’esperienza di quest’anno. Spesso dobbiamo dividerci su tre fronti, tra World Tour e altre competizioni in Italia, Stati Uniti e Belgio. Se capitano infortuni seri, sei subito corto. Poi, abbiamo diversi giovani e dobbiamo dare loro la possibilità di non spremersi eccessivamente con troppi giorni di gara”.
    Se alla Trek Segafredo manager e direttori sportivi stanno cercando qualche altro innesto, la BMC e la Movistar hanno ridotto il roster passando da 29 a 24 atleti. Sulla riduzione dei corridori Rolf Aldag, manager della Dimension Data, è assolutamente d’accordo:

    PUBBLICITÀ

    inRead invented by Teads
    “avremmo voluto ridurre ulteriormente, ma diventa sempre più complicato ottenere i visti in tempo per andare alle corse, noi abbiamo diversi atleti africani e dobbiamo mettere il conto la possibilità di essere costretti a rimpiazzarli in caso di ritardi burocratici. È triste, il mondo sta chiudendo sempre di più le proprie porte”.
    Chi invece è totalmente in disaccordo è Gianni Bugno, presidente del sindacato mondiale (Cpa) che ha tuonato:

    “abbiamo perso tanti posti di lavoro: corridori, massaggiatori, meccanici. Se mi dicono che non ci sono 993 professionisti di alto livello, rispondo che possiamo parlarne. Ma non mi dicano che riducendo il numero dei corridori si riduce la sicurezza e si fa più spettacolo. Sicurezza non vuol dire mettere venti corridori in meno in gruppo: è stato fatto un accordo con le squadre che va bene per gli organizzatori, non a noi. E nel Ccp (consiglio del ciclismo professionistico, ndr) si vota a maggioranza, il sindacato dei corridori ha un voto contro quello di tutti gli altri. Questa decisione è stata approvata subito, e i freni a disco invece? È da tre anni che ne discutiamo, e quelli sì aumentano la sicurezza, ma non abbiamo ancora risolto nulla”

    Per approfondire http://www.sportfair.it/2017/11/gianni-bug...11X5RLGMYl7K.99
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    Invece per me i posti di lavoro questa decisione potrebbe aumentarli.

    Perchè con squadre da 8 si è mantenuto il numero di squadre attuale diminuendo un po' i ciclisti, ma con squadre da 7 corridori si potrebbero invitare almeno 3 squadre in più con conseguenti meccanici, autisti, massaggiatori etc etc etc.

    e poi io, ad esempio proprietario della Androni , avrei più sicurezza nell'investimento nel ciclismo se avessi la certezza di portare il mio marchio al Giro d'Italia: una doppia esclusione come quella passata o come sembra toccare alla Nippo Fantini dall'unica corsa che darebbe visibilità vera agli sponsor può fare chiudere tante squadre.
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    CITAZIONE (Tadde @ 10/11/2017, 14:29) 
    Invece per me i posti di lavoro questa decisione potrebbe aumentarli.

    Perchè con squadre da 8 si è mantenuto il numero di squadre attuale diminuendo un po' i ciclisti, ma con squadre da 7 corridori si potrebbero invitare almeno 3 squadre in più con conseguenti meccanici, autisti, massaggiatori etc etc etc.

    e poi io, ad esempio proprietario della Androni , avrei più sicurezza nell'investimento nel ciclismo se avessi la certezza di portare il mio marchio al Giro d'Italia: una doppia esclusione come quella passata o come sembra toccare alla Nippo Fantini dall'unica corsa che darebbe visibilità vera agli sponsor può fare chiudere tante squadre.

    SI dovrebbe essere così ma temo che vogliono meno corridori in gara per .....una presunta sicurezza ma diavolo di un incompetente sono altri i pericoli per i corridori moto a più non posso giornaliste che fanno mille foto e spesso nei momenti meno opportuno , ammiraglie che fanno quello che vogliono , ci sono più moto e auto che corridori ...mha che si danno una regolata trovate un modo per rifornire senza un andare su e giù di corridori ed ammiraglie , già per un giovane sperare che possa essere un sbocca alle loro fatiche e rinunci giovanile e al lumicino , uno deve gia dare tutto da dilettante per sperare di passare e poi....arriva gia arrosto ,NO ci vogliono più squadre che possono mettere in mostra anche in certe scorse i loro corridori e questo giusto diminuire il numero ma aumentando le squadre e la sicurezza che la trovano altrove .


     
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    CITAZIONE (jef47 @ 10/11/2017, 16:20) 
    CITAZIONE (Tadde @ 10/11/2017, 14:29) 
    Invece per me i posti di lavoro questa decisione potrebbe aumentarli.

    Perchè con squadre da 8 si è mantenuto il numero di squadre attuale diminuendo un po' i ciclisti, ma con squadre da 7 corridori si potrebbero invitare almeno 3 squadre in più con conseguenti meccanici, autisti, massaggiatori etc etc etc.

    e poi io, ad esempio proprietario della Androni , avrei più sicurezza nell'investimento nel ciclismo se avessi la certezza di portare il mio marchio al Giro d'Italia: una doppia esclusione come quella passata o come sembra toccare alla Nippo Fantini dall'unica corsa che darebbe visibilità vera agli sponsor può fare chiudere tante squadre.

    SI dovrebbe essere così ma temo che vogliono meno corridori in gara per .....una presunta sicurezza ma diavolo di un incompetente sono altri i pericoli per i corridori moto a più non posso giornaliste che fanno mille foto e spesso nei momenti meno opportuno , ammiraglie che fanno quello che vogliono , ci sono più moto e auto che corridori ...mha che si danno una regolata trovate un modo per rifornire senza un andare su e giù di corridori ed ammiraglie , già per un giovane sperare che possa essere un sbocca alle loro fatiche e rinunci giovanile e al lumicino , uno deve gia dare tutto da dilettante per sperare di passare e poi....arriva gia arrosto ,NO ci vogliono più squadre che possono mettere in mostra anche in certe scorse i loro corridori e questo giusto diminuire il numero ma aumentando le squadre e la sicurezza che la trovano altrove .

    si appunto, proprio quello che dico io da sempre!

    però temo che è come dice Jef, e ha ragione nel dire che il pericolo in corsa è altro...

    c'è troppo traffico, corrono con strade chiuse e nei passi di montagna sembra di stare al centro di milano... auto e soprattutto moto che sfrecciano da ogni dove...
     
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    al solito prima posto e poi spero di leggere.... tempo tiranno.. :mf_popeanim.gif:


    CITAZIONE
    Tutte le novità del ciclismo 2018
    20 novembre 20179 Minuti per leggerlo
    Non solo meno corridori ad ogni gara: ecco tutte le modifiche e le novità introdotte nel regolamento ufficiale dell’UCI

    Negli ultimi mesi si parlato tanto della decisione dell’UCI di ridurre il numero di corridori per squadra nelle corse professionistiche, un annuncio che come primo effetto ha avuto quello di restringere in maniera più o meno significativa gli organici delle formazioni di prima fascia. Legate a questa modifica del regolamento internazionale ce ne sono anche alcune altre di cui, invece, si è parlato meno e che meritano di essere conosciute assieme a tutte le altre novità introdotte, alcune a partire dal 25 ottobre scorso e altre che diventeranno invece effettive dal 1° gennaio 2018. Proviamo quindi a spiegarvi qui nel dettagli dove cambierà in concreto nel mondo del ciclismo dalla prossima stagione.

    Il numero dei corridori
    Questa è modifica al regolamento dell’Unione Ciclistica Internazionale di cui si è più parlato: nelle gare di un giorno le squadre potranno schierare al via solamente 7 corridori contro gli 8 degli ultimi anni, si scende anche nei Grandi Giri passando da 9 a 8. Questa novità vale per tutte le corse del calendario internazionale e non solo per quelle del World Tour: le uniche eccezioni riguardano le grandi rassegne come i Campionati del Mondo o i Giochi Olimpici che seguono un percorso di qualificazione che viene definito di volta in volta.

    La riduzione del numero di corridori per squadra, però, non si traduce nella possibilità di avere più formazioni al via: l’UCI ha infatti ridotto il numero massimo dei corridori in gara nelle prove World Tour e dei vari circuiti continentali a 176, quindi il massimo sarà sempre di 22 team nei Grandi Giri e di 25 nelle gare di un giorno. Il tetto massimo di 200 resta valido per Olimpiadi, Mondiali, Campionati Continentali e Nazionali. Attenzione però, dal 2018 è stato infatti introdotto anche un numero minimo di atleti in gara nelle prove di classe HC: il provvedimento sembra interessare in particolar modo le gare di un giorno del calendario europeo che dovranno contare almeno 150 corridori ai nastri di partenza, che con le nuove regole si traduce in 22 squadre come minimo; nel 2017 Larciano e la Milano-Torino si sono fermate a 19, tra quelle straniere dovrà impegnarsi molto il GP Città di Lugano che quest’anno aveva solo 14 team al via.

    Cambia poco o nulla in campo femminile: 6 atlete al via nelle gare di un giorno, 6 o 7 nelle gare a tappe, ma non più di 24 squadre di cui al massimo due selezioni nazionali, quella di casa e una straniera, nelle prove del Women’s World Tour. Cambia la procedura di invito nelle corse del massimo circuito dell’UCI: le migliori 15 squadre della classifica di inizio anno avranno un invito automatico indipendentemente che si tratti di gara di un giorno o a tappe; per le squadra si tratta sempre di diritto di partecipazione, non di obbligo.

    Gli stipendi dei corridori
    Se le modifiche al regolamento citate in precedenza hanno infastidito i corridori, soprattutto quelli che si ritroveranno senza squadra o che dovranno scendere i categoria per continuare a gareggiare, un’altra novità li renderà invece un po’ di felice: è infatti stato deciso di aumentare lo stipendio minimo in maniera graduale da qui fino al 2020. Nel 2017 un neoprofessionista in una Professional aveva garantiti 25300 euro, nel 2018 si passerà a 25806 per arrivare poi a 26849 euro tra tre anni; per gli altri il minimo salirà a 30855 e toccherà poi 32102 euro nel 2020. Più alte le soglie nel World Tour dove il minimo è diventato di 38115 euro (30839 per i neopro’) e arriverà a superare i quarantamila euro in vista della prossima edizione dei Giochi Olimpici.



    Sotto l’aspetto economico cambierà qualcosa anche nella gestione delle garanzie bancarie, ma soprattutto è stato scritto nel regolamento che quei corridori che saranno licenziati in seguito ad una sospensione per aver violato il regolamento dell’UCI avranno diritto ad un compenso pari allo stipendio rimanente nel caso in cui tale sospensione dovesse poi essere cancellata nell’ultimo grado di giudizio.

    Ciclomercato a stagione in corso
    Per le cicliste ed i corridori di squadre Continental, dal 2018 si allarga la finestra di mercato per cambiare squadra a stagione in corso: prima era possibile solo dall’1 al 25 giugno, adesso ci si potrà trasferire fino al 15 luglio; i trasferimenti sono ovviamente quelli da una squadra UCI ad un’altra, corridori non affiliati a formazioni internazionali potranno invece essere tesserati in qualsiasi momento. Per gli stagisti viene invece codificata la possibilità (già esistente nella pratica) di registrarsi in anticipo rispetto alla classica apertura dal 1° agosto: sarà possibile nel caso di partecipazione ad una gara a tappe che inizi negli ultimi giorni di luglio per concludersi poi nel mese di agosto.

    Sanzioni più severe
    Nel regolamento sono state introdotte sanzioni più severe per questi corridori che verranno sorpresi attaccati ad un’autovettura per trarne un guadagno o per coloro che attraverseranno passaggi a livello in maniera irregolare. In aggiunta alle sanzioni già previste dal regolamento, per entrambe le violazioni la commissione disciplinare potrà infliggere ai colpevoli una multa da un minimo di 200 ad un massimo di 5000 metri franchi svizzeri ma soprattutto una squalifica da tutte le competizioni fino ad un massimo di un mese. Farsi trainare dall’ammiraglia alla Vuelta, per esempio, potrebbe mettere in pericolo la partecipazione al Campionato del Mondo.



    Novità anche per quanto riguarda quei corridori che in una corsa a tappe finiscono fuori tempo massimo: nel caso in cui la giuria dovesse optare per un ripescaggio, cosa non rara soprattutto se si tratta di gruppi molto numerosi, ai beneficiari saranno tolti tutti i punti conquistati nelle varie classifiche secondarie. Fino ad ora si toglieva ai corridori solo l’equivalente di punti di una vittoria di tappa, adesso si verrà praticamente tagliati fuori da tutte le classifiche collaterali, che siano regolarità, gran premi della montagna, traguardi volanti o altro.

    Regola dei 3 km e archi gonfiabili
    Cambia leggermente la regola delle neutralizzazioni dei tempi per quanto riguarda gli ultimi tre chilometri delle tappe in caso di cadute o incidente: la sostanza resta invariata, ma saranno i corridori ed alle squadre segnalare l’accaduto ai commissari di gara subito dopo il traguardo. Nelle tappe con arrivo in salita viene annullata del tutto la neutralizzazione: esisteva ancora, infatti, la possibilità teorica di neutralizzazione nel caso in cui la caduta fosse avvenuta prima della salita conclusiva ma comunque entro gli ultimi 3000 metri.

    Dall’inizio del prossimo anno inizia anche la strada che porterà all’eliminazione degli archi gonfiabili entro il 2022 quando saranno ammessi solamente per segnalare la linea di partenza. Dal 2018 sarà possibile utilizzarsi solo alla partenza, all’ultimo chilometro e all’arrivo, a patto che che siano alimentati da due generatori e due pompe d’aria, che sia sempre presente un tecnico per rimediare ad ogni possibile inconveniente e che siano predisposti almeno 10 punti di ancoraggio: insomma, bisognerà evitare il ripetersi di casi come quello del Tour de France 2016 quando uno degli archi crollò addosso ad Adam Yates.

    Premiazioni a fine gara
    Al termine di ogni gara di un giorno dovranno salire sul podio delle premiazioni i primi tre classificati, i vincitori di eventuali classifiche collaterali o leader delle varie classifiche dell’UCI. La differenza rispetto al passato è invece nelle corse a tappe dove, al termine dell’ultima giornata, oltre al vincitore dell’ultima frazione e dei vincitori delle varie classifiche, saliranno sul podio anche i primi tre classificati della generale finale: può sembrare paradossale, ma fino a quest’anno solo il vincitore finale di una gara a tappe doveva essere premiato sul podio a termini di regolamento, salvo decisioni diverse da parte dell’organizzazione. Nelle tappe precedenti invece nulla di nuovo, cerimonia di premiazione per vincitori e solo i leader delle classifiche.



    Le classifiche internazionali
    Piccole modifiche per quanto riguarda il calcolo dei vari ranking dell’UCI. Per prima cosa gli aggiornamenti verranno effettuati ogni domenica sera e nel caso di corse che si disputeranno per due volte in meno di 52 settimane (un esempio il Tour du Rwanda, appena concluso ma che nel 2018 sarà ad agosto), si terrà conto solamente dell’edizione più recente per evitare che alcune nazioni utilizzino stratagemmi per guadagnare punti in ottica Giochi Olimpici o Campionati del Mondo.

    Cambiano anche le scale di punteggio di alcune gare. Ci saranno più punti in palio per i Campionati Nazionali dove entreranno in ballo (con un bel punteggio) anche le prove della categoria Under23. Ai Campionati Continentali, senza distinzione geografica, si allunga il punteggio per la prova su strada élite che premierà fino al 40° classificato; anche in questo caso entreranno nel conteggio anche le prove riservata agli (e alle) Under23, sia strada che cronometro.

    Aumentano in maniera sensibile i punteggi delle altre gare femminili: vincere una gara del Women’s World Tour porterà in dote ben 200 punti contro i 120 attuali e si premieranno le prime 40, nelle gare di classe 1 si passa da 80 a 125 per la vincitrice e poi via a scalare fino alla venticinquesima classificata, nelle gare di classe 2 invece si resta stabili a 40 punti per il primo posto anche se cambia leggermente la scala a seguire. Si tenderà quindi a premiare maggiormente le gare più importanti per avere quindi una classifica mondiale in grado di rispettare meglio i valori tra le atlete. Più punti anche per Campionati del Mondo e Giochi Olimpici anche se poi paradossalmente una posizione tra la 36a e la 40a sarà meno redditizia che in una gara del Women’s World Tour (1 punto contro 3), viene invece rivisto al ribasso giustamente il punteggio della cronometro a squadre iridata, sempre abbastanza snobbata.
     
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    le 3 settimane sono un classico che sarebbe un peccato diminuire, ma obiettivamente se volessimo un ciclismo più pulito....

    però cari presidentissimo, o tutti o nessuno questo è certo qui si vuole far crescere ancor più il tour nei confronti delle. altre corse, è non è giusto!


    http://it.blastingnews.com/sport/2017/11/c...-002202703.html
     
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    dai diamanti non nasce niente,dal letame nascono i fiori.. De Andrè

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    Ha risposto benissimo Il Direttore del Giro d'Italia Mauro Vegni: " taglieremo il Giro di una settimana solo se lo farà anche il Tour", mi sembra che sia stato chiaro e limpido.

    G'Sun, per avere un ciclismo più pilito hanno messo in atto regole severe stringendo ancora di più le maglie delle reti stando alle nuove regole sulla reperibilità e passaporto biologico previste per il 2018, a mio avviso l'imbecille che vuole barare ci sarà sempre anche se le corse avranno chilometraggi di solo 100 chilometri spalmati su sette giorni. :bike.gif: :Napoli.gif:

    Con questo non voglio dire che i primi della classe vanno a pane e acqua sicuramente si avvalgono delle nuove metodologie, ma voglio dire che il periodo anni 90 fino alla metà degli anni 2000 sono finiti.
     
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    Tre o due settimane per il doping cambierebbe poco, semplicemente sarebbero corse ancora più forte di adesso.

    Però cavolo sono la storia i GT di tre settimane. Sarebbe come dire "da domani le partite di calcio durano 60 minuti". Che tristezza sarebbe, sia per la corsa che si snaturerebe sia per il pubblico visto che con sole 14 tappe si potrebbe passareb8n molti meno posti.

    Non scherziamo su!

    Invece sarei d'accordo all'eliminazione per quanto possibile di radioline e tecnologia: unico canale radio dell'organizzazione per segnalare cose inerenti la sicurezza in corsa, ma poi tutto dovrebbe stare nella capacità decisionale dei ciclisti. E poi via quei maledetti rilevatori di Potenza, di cadenza, cardiofrequenzimetri etc. Dovrebbe tornare uno sport di sensazioni cavolo! Un contachilometri anni 90 e via!
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    Vabbè che questo si chiama Lappartient, ma temo che abbia frainteso il fatto che il giro e anche la Vuelta appartengono agli appassionati non a lui. Essere il presidente dell'UCI non da diritto a prendere decisioni stupide in cui non si mostra affatto equidistante e super partes come invece dovrebbe.
     
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    dai diamanti non nasce niente,dal letame nascono i fiori.. De Andrè

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    Fatto sta che questa proposta assurda di ridurre le tappe del Giro e della Vuelta non è la prima volta che viene lanciata, anzi ai tempi di Pat McQuaid addirittura la proposta era di ridurli a dieci giorni di corsa in considerazine di un calendario troppo folto. Ma questi sono scemi veramente.

    Anche sull'altra proposta riguardante lo spostamento del Giro di Lombardia in primavera cioè dopo la Liegi secondo me è deleteria. Questi signori non hanno capito che il ciclismo è tradizione, storia, epicità delle corse. Eppure Lappartient è un intenditore e cultore di ciclismo come gli passa per la mente di lanciare l'idea di spostare la corsa delle foglie morte che per tradizione si corre ad ottobre nel blocco delle corse di primavera?

    Spero solo che gente che vuole bene al ciclismo si opporrà con tutte le forze affinchè queste proposte assurde non diventano mai realtà.
     
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    Gente che vuole bene al ciclismo tra i dirigenti caro Ros credo che è difficile trovarne a quei livelli solo per convenienza personale e gente che sono abituati ai compromessi non si arriva li.solo per passione .Avevo già un dubbio con il francese per loro il ciclismo e Francia ,Se passa il Lombardia ad aprile per il Giro e la fine è rimane solo una corsa la loro noi abbiamo il vice presidente che vale come il due di picche a briscola
     
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    Vegni ha risposto per le rime... sul discorso della rete fitta sul doping beh... non voglio tirarla per le lunghe però 3 settimane di corsa non si fanno senza il doping, però come dice giustamente Tadde, le 3 settimane sono la storia non si dovrebbe trasiggere, tranne che si riducano tutte e tre i GT, ma rimane il problema della copertura sul territorio... diventerebbe un giro delle 4/5 regioni al massimo altro che giro d'italia... in sicilia manco in tv lo vedremmo più :mf_popeanim.gif:

    sul giro di lombardia non avevo sentito, e non voglio nemmeno commentare :bash.gi: :bash.gi: :bash.gi: spero in rcs sappiano tenere strette le chiappe, e farsi valere, l'italia è la storia del ciclismo, anche se negli ultimi decenni si sta perdendo di importanza e di potere decisionale :sweat.gif:
     
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    jef47 hai ragione sul fatto che gente che vuole bene al ciclismo c'è ne poca in giro, e ne sono anch'io consapevole, infatti io spero caro Jef.

    Di Rocco ha passato la sua vita ai vertici del ciclismo nazionale europeo e internazionale facendo abbastanza bene, però ultimamente anche a me lascia a desiderare....... sarà mica la vecchiaia a pensar bene.
     
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