INFRONT

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    Riporto qui l'articolo di Calcio e Finanza sull'acquisto del gruppo Infront da parte di un gruppo cinese.

    www.calcioefinanza.it/2015/02/10/wang-jianlin-infront/


    Jianlin si compra Infront: le mani cinesi sulla Serie A e il calcio mondiale

    Era nell’aria da giorni, ora è ufficiale: Bridgepoint ha venduto Infront alla cinese Dalian Wanda Group. Le cifre dell’operazione sono importanti: Wang Jianlin, magnate tra gli uomini più ricchi della Cina, avrebbe investito circa 1 miliardo di euro per l’acquisizione della società specializzata in marketing sportivo. E chi si sfrega le mani è di certo Bridgepoint, che nel giro di tre anni ha realizzato una notevole plusvalenza: all’epoca, Infront venne rilevata per 580 milioni di euro.

    Dai cinema al pallone

    Da quando il mercato immobiliare cinese ha cominciato a flettersi (Jinalin è scivolato al 4° posto della classifica cinese di Forbes), il Wanda Group ha cominciato a diversificare i propri investimenti. Prima nel cinema, acquistando Amc Entertainment Group per 2,6 miliardi di dollari e divenendo così il più grande proprietario di sale cinematografiche al mondo. Poi, è arrivato il turno del calcio. Lo scorso gennaio, Jianlin ha acquisito il 20% delle quote dell’Atletico Madrid, per una cifra pari a 45 milioni di euro. Si dice che dietro l’operazione madrilena, ci siano interessi immobiliari: Jianlin vorrebbe mettere le mani su nuovi quartieri della capitale attraverso il gruppo Wanda, sulla scia delle speculazioni operate da Florentino Perez con la Ciudad Deportiva. Di certo c’è che l’Atletico ne guadagnerà a livello di immagine, tra nuove strategie di marketing in Asia e l’apertura di nuove accademie di calcio in Cina.

    Controllare lo sport mondiale (e salvare Blatter)

    Per Jianlin, in sostanza, comprare Infront significa mettere nel mani sul pallone a livello globale. Già, perché la società ha come ceo un certo Philippe Blatter, nipote di Sepp, gran capo della Fifa ancora una volta in corsa per la presidenza (e grande favorito). Una parentela che ha permesso a Infront di essere la società che si occupa di vendere i diritti tv delle competizioni internazionali targate Fifa. Grazie a questa posizione, Infront ha realizzato nel 2013 un giro d’affari da 600 milioni di euro, oltre che diventare punto di riferimento televisivo in Asia. Sì, perché la Fifa ha ceduto nel 2011 la gestione dei diritti tv tra il 2015 e il 2022 nel continente asiatico proprio a Infront. Oltre a quelli delle prossime due Coppe del mondo in Russia e Qatar.

    Ed è qui che si inserisce l’arrivo di Jianlin. Che da una parte prende il controllo televisivo asiatico, dall’altra serve a fare da stabilizzatore alla candidatura di Blatter. Le polemiche relative all’assegnazione degli ultimi due mondiali di calcio ne hanno minato la stabilità come presidente, oltre che spaventare i broadcaster che avevano già acquistato i diritti tv di Russia e Qatar. L’arrivo di Jianlin (e dei suoi soldi, soprattutto) è una sorta di “calmante” per tutto il mercato. Calmante che Blatter potrebbe ricompensare lautamente, magari con l’assegnazione di un Mondiale alla Cina, chissà.

    Cosa cambia per Infront (e per i nostri club)

    Di certo c’è che per Infront può cominciare la corsa verso la leadership mondiale nel settore tv e marketing. Un settore attualmente comandato dalla statunitense IMG, una macchina da soldi da 1,5 milardi di euro di giro d’affari annui. Non solo. Per Infront significa estendere i propri servizi nazionali verso l’estero. La branca italiana di Infront, capitanata da Marco Bogarelli, in Serie A gestisce i servizi marketing di molti club, soprattutto Milan, Genoa e Lazio, oltre che essere da poco divenuta partner commerciale della nostra Federcalcio. Entrare in gruppo cinese può significare, per le squadre servite da Infront, aprire canali di marketing importanti verso il “nuovo mercato” cinese.

    La grana Juve-Milan

    La nuova proprietà di Infront dovrà però fronteggiare una grana. Quella del “righello” e del fuorigioco presunto di Tevez nell’ultimo Juve-Milan. Una polemica che svela ancora una volta le alleanze in Lega Calcio (di cui Infront è advisor dei diritti tv) e i conseguenti fronti pronti allo scontro. Da una parte il lato Infront, composto dal trio Galliani-Lotito-Preziosi, dall’altro quello capitanato da Agnelli e che non gradisce i metodi di lavoro della società di Bogarelli, posizione già emersa nell’ultimo scontro sui diritti tv del prossimo triennio. La prossima assemblea di Lega, in programma venerdì 13, salvo imprevisti, porterà a una svolta sulla produzione delle immagini: sulla scia di quanto avviene già in Bundesliga (Calcioefinanza ne ha parlato con Popi Bonnici), Galliani vorrebbe affidarla alla Lega stessa.
     
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    l'obiettività nei tifosi di calcio é una chimera irragiungibile

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    Giochi di potere troppo difficili da immaginare e da capire per noi poveri tifosuncoli...

    Loro litigano per spartirsi la mega torta e noi litighiamo per il piatto sporco.

    Galliani si lamenta, De Laurentiis si lamenta, Marotta si lamenta, Preziosi, Zamparini, tutti si lamentano ma il calcio (e tutto quello che c'è dietro) funziona sempre allo stesso modo... chissà perchè. :nonono.gif:
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    REPORT di ieri si e' occupato anche di Blatter e di Infront .
    Qui trovate la trasmissione completa -> http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata...46a26c52f8.html



    Infront è la società advisor della Lega di serie A per i diritti televisivi. Biancifiori curava per loro la regia delle partite di calcio a San Siro. Anche alcuni dirigenti Infront avrebbero preso soldi in cambio di appalti. La storia di Infront inizia nel 2001, quando Sepp Blatter, il plenipotenziario della Fifa ora travolto da indagini americane e svizzere, decise di liberarsi della società che fino ad allora si era occupata dei diritti tv dei mondiali di calcio, passandoli proprio a Infront. Oggi, Infront è in mano a una multinazionale cinese ed è guidata dal nipote di Blatter, Philippe. La filiale italiana di Infront ha attualmente in mano il calcio italiano: è Advisor della Lega Calcio per la commercializzazione di tutti i diritti media nazionali ed internazionali dei campionati italiani di calcio di Serie A e B, Coppa Italia, Supercoppa Italiana e Campionato Italiano Primavera. L'anno scorso si è tenuta la gara per l'assegnazione dei diritti triennali della serie A. L'Autorità Antitrust ha aperto un'istruttoria per accertare se l'accordo finale ha leso la concorrenza e la procura di Milano sta indagando per ostacolo alla vigilanza. - See more at: http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata...h.mow1Ymzw.dpuf
     
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  4. napoli28
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    Purtroppo alle cose dette e denunciate da report, grand etrasmissione, nessuno darà conto e chi di dovere non solo non si dimetterà ma starà sempre al suo posto portando ancora di più il calcio italiano nel baratro. Per non parlare dei bilanci delle società di calcio italiane, altro dramma che non si vuole affrontare seriamente, purtroppo.
     
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    Ed intanto vengono alla luce le prime magagne.
    Ora si scopre che l'asta per i diritti TV, sarebbe stata truccata per favorire Mediaset, ed a tal proposito, sarebbero stati scoperti finanziamenti di una certa entità nei confronti del Genoa e del bari, ma c'è da immaginare che ne vedremo delle belle
     
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    CITAZIONE (netscanner @ 13/10/2015, 10:18) 
    Ed intanto vengono alla luce le prime magagne.
    Ora si scopre che l'asta per i diritti TV, sarebbe stata truccata per favorire Mediaset, ed a tal proposito, sarebbero stati scoperti finanziamenti di una certa entità nei confronti del Genoa e del bari, ma c'è da immaginare che ne vedremo delle belle

    Preziosi e' uno degli artefici del sistema Infront e lo si sa fin dall'inizio :dunno.gif:
    Riguardo al Bari, io ancora non ho capito con quali soldi e' stato acquistato e da chi perche' Paparesta lo ritengo solo uomo di facciata :nonono.gif:
     
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    Due relazioni della Guardia di finanza, che da tempo indaga sull’asta per i diritti tv della Serie A, mettono nero su bianco quello che tutti sanno, da sempre. E cioè che esiste “un vero e proprio “sistema” ruotante intorno a Infront (la società che fa da advisor alla Lega Calcio, ndr )”. E che questo sistema “è stato in grado di influenzare l’aggiudicazione dei diritti tv e di mascherare l’effettiva situazione di taluni club attraverso l’erogazione di finanziamenti ad hoc“.

    A sostegno di questa affermazione, centinaia di intercettazioni telefoniche che descrivono un quadro inquietante, secondo il quale il calcio italiano sarebbe governato dalla triade Mediaset-Infront-Lega calcio. Una unica entità capace di sbaragliare qualunque resistenza, compresa quella di un colosso come Sky.

    IL PACCHETTO C

    L’inchiesta, avviata nella primavera 2015, ha da subito la “fortuna” di imbattersi su un minuscolo strascico della drammatica partita dei diritti della Serie A 2015-2018, la stessa per la quale il 17 febbraio prossimo le parti in questione sono convocate davanti all’Antitrust in un procedimento parallelo. Lo strascico in questione è quello relativo a un singolo pacchetto di diritti che era rimasto non assegnato dopo lo scontro Mediaset-Sky del 2014. Il pacchetto C. Quello, per capirsi, delle interviste del dopo partita. Lo vogliono – tiepidamente, a dire il vero – entrambe le emittenti, le quali si ritrovano, come in un déjà vu legale, di nuovo a combattere tra di loro.

    Stavolta Mediaset ha presentato un’offerta (3,2 milioni) più generosa, che però gli avvocati della Lega ritengono “assolutamente non valida” perché condizionata a un accordo di sublicenza. Dunque il pacchetto dovrebbe andare a Sky, che aveva offerto 2,2 milioni. Da quello che si capisce dalle molte telefonate di Marco Bogarelli – presidente di Infront – quel pacchetto “doveva”, però, andare a Mediaset. Subito dopo l’apertura delle buste, infatti da Rti chiamano Bogarelli e gli ordinano: “Adesso devi convincerli tu a eseguire la sublicenza”.

    Bogarelli obbedisce: “Va bene, va bene, va bene, va benissimo (…) date un colpo anche ad Adriano Galliani”.

    IL RUOLO DI GALLIANI

    Galliani è il personaggio chiave di questa vicenda. È ad del Milan, presidente di Lega, nonché vecchio maestro e amico di Bogarelli. Conosce tutto di tutti in Lega, e sa bene quale sia la chiave della poderosa macchina da lobbyng messa in piedi da Bogarelli negli ultimi sette anni di lavoro: Infront strapaga “a minimo garantito” i diritti di marketing delle singole squadre, controllandone le scelte politiche. Così, Galliani ha buon gioco a disporre: “Bisogna fare pressione sulle altre squadre… che abbiamo noi come diritto di marketing”.

    Occorre a questo punto sapere che Infront è titolare dei diritti di marketing di tutte le squadre di serie A tranne Roma e Juventus. Alcuni di questi club – i cui presidenti, Preziosi (Genoa), Lotito (Lazio), Paparesta (Bari) sono indagati in questo procedimento – sopravvivono solamente grazie ai soldi che Bogarelli riesce a far avere loro. Dunque quando Infront decide di alzare la pressione riesce a far fare alla Lega Calcio, qualsiasi cosa.

    JUVE, ROMA E SKY

    Il problema, però, è che in Lega ci sono anche Juventus e Roma. L’opposizione. Le due società, un anno prima, erano state sconfitte, insieme con Sky, nella partita vera, l’asta per la fetta più rilevante della torta dei diritti tv (pacchetti A, B e D). Tre miliardi di euro in tre anni.

    Dentro Infront, il timore è che stavolta gli uffici legali delle due squadre di opposizione siano pronti a tutto. È l’avvocato di Infront il più preoccupato: “Dopo il precedente dello scorso luglio, che abbiamo molto forzato la mano, io sconsiglierei di forzarla ancora”, dice Antonio D’Addio a Giuseppe Ciocchetti dg della società. “Lo ripeto: in un’asta pubblica – è l’opinione di Ciocchetti – ti ingabbiano se l’accettassi (l’offerta di Mediaset, ndr “. D’Addio: “Certo”. I finanzieri prendono nota: “Atteso il suo ruolo di advisor, Infront dovrebbe agire garantendo ai partecipanti assoluta equità, trasparenza e non discriminazione, garanzia che, dalla lettura delle intercettazioni, non è ravvisabile non solo per il pacchetto C ma anche per i pacchetti A, B, D, E”. Insomma, l’inchiesta riguarda tutta la vicenda. E i ruoli sono chiari: “Risulta significativo che nello stesso periodo non ci sono stati contatti con Sky”.

    Silva e i Giochi pericolosi

    Infront, in costante coordinamento con Mediaset e Lega, controlla la vita del calcio italiano attraverso l’articolazione di un doppio ruolo, quello di advisor della Lega e quello di munifico partner, nonché “banca informale”, per i club in crisi.

    Ma dove li trova i soldi per strapagare il “minimo garantito” dei club amici? E qui, secondo la finanza, entra in ballo Riccardo Silva della Mp & Silva, la società, leader mondiale nel suo settore, che ha vinto l’asta per la commercializzazione all’estero del campionato di Serie A.

    Secondo l’accusa Silva sarebbe una sorta di socio occulto di Bogarelli. Con cui è in costante contatto. La versione di Silva è nota: “Infront è un competitor con cui capita spesso di intrattenere normali rapporti economici. Che noi fatturiamo. Cosa poi loro facciano dei soldi che prendono da noi, non ci riguarda”.

    Dalle intercettazioni telefoniche la cosa non sembra così lineare. Per spiegarlo gli investigatori prendono ad esempio la vicenda di Preziosi e di un prestito da 15 milioni (in tre tranche) garantito dalla coppia Bogarelli-Silva.

    Preziosi era disperato, il suo Genoa rischiava una pesante penalizzazione in campionato, per motivi finanziari. Alla fine dell’operazione di salvataggio – “si ritiene che la provvista proveniente dalle disponibilità di Silva sia stata inizialmente accreditata presso un rapporto bancario estero riferibile a un veicolo Infront”, scrivono i finanzieri – Ciocchetti al telefono con Bogarelli, riassume così la portata del loro intervento: “Gli abbiamo salvato la vita perché non ha preso sei punti di penalizzazione, per quello che abbiamo fatto, ricordatelo”.

    Marco Mensurati/Emilio Randacio (repubblica.it)
     
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6 replies since 10/2/2015, 11:18   119 views
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