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Votes taken by Decameron

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    Riappaio per dirmi abbastanza compiaciuto di quanto visto ieri.
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    CITAZIONE (traaaa @ 23/1/2024, 07:28) 
    Notizia devastante, ieri non avevo voglia di scrivere nulla ho letto qualche commento qua e là.

    Ciò che è stato non solo per il Cagliari ma per tutta la sardegna è un'emozione a cui difficilmente le parole possono rendere giustizia.

    Vedendo le sue ultime apparizioni in pubblico avevo avuto una brutta sensazione, dopo la notizia del malore quella sensazione è diventata sempre più irritante anche dopo i comunicati rassicuranti.

    Ho due piccoli aneddoti che mi sono venuti in mente dopo la notizia della morte.
    Qualche anno fa dopo un Cagliari-Juve con Zeman in panca in cui ci fecero a fettine ricevetti una chiamata da un amico juventino che era allo stadio, rifiutai la chiamata e spensi il telefono. Lui mi scrisse un messaggio dicendo che aveva incontrato Riva e che gli aveva chiesto se potesse parlare con me al telefono e lui acconsentì, ma io lessi tutto solo il giorno dopo vedendo anche delle foto dell'incontro, che coglione.

    Ieri sera ero a cena da mia madre, tg1 d'obbligo...parlano della morte di Gigi Riva e fanno una piccola biografia e lei fa, ah ma non era sardo? Era tanto entrato all'interno della nostra cultura che ormai ne faceva parte.

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    Pensa che la stessa cosa la mia compagna, nonostante sia una grande tifosa e appassionata di calcio. Era convinta che fosse sardo, ma di fatto lo era, lo sentivamo come uno di noi e lui si sentiva uno di noi.
    Non capiva come mai fossi così turbato, come la notizia data dai commentatori di Mediaset a pochi secondi dal calcio d'inizio di Napoli-Inter di Supercoppa potesse sconvolgermi così, non capiva come mai il telefono avesse cominciato a vibrare di messaggi con le stesse parole, "E' morto Gigi Riva"

    Non voglio certo dare arie di superiorità, ma chi non è sardo non lo può capire. Per il resto del paese è morto un grandissimo ex calciatore, amato e rispettato per le sue doti tecniche e umane, ammirato per le sue scelte professionali e di vita, ma tutto finisce lì. Per i sardi è diverso, era un legame che andava oltre lo sport. Per i sardi non è andato via un uomo di sport, è andato via un simbolo che rasenta la divinità e la mitologia, un padre, nonno, fratello, figlio di tutti noi.

    Ieri, al funerale, c'era un popolo intero a rendergli un saluto semplice, affettuoso ma sobrio, come era lui. Ho visto tutta la cerimonia su Videolina, la mia compagna è tornata dal lavoro e mi ha trovato seduto sul divano a guardare una messa in streaming. Io che guardo una messa, avrà pensato fossi impazzito, poi mi ha guardato in faccia, ha visto l'immagine della piazza gremita e ha capito.

    Ricordo un aneddoto. Tanti anni fa collaboravo come dirigente con la scuola calcio del Carbonia e organizzammo un torneo amichevole con le giovanili del Cagliari. Ne prendemmo tanto e mio fratello, portiere dei giovanissimi, prese un gran gol da un nanerottolo biondo del Cagliari, un nanerottolo biondo che al momento sta facendo una discreta carriera in Serie A e con la nazionale, penso sia ovvio di chi sto parlando. C'era anche Gigi Riva, con cui parlai qualche minuto proprio di questo nanerottolo biondo, del tempo, del più e del meno.

    Qualche anno dopo, in giro per Cagliari, lo incrocio per strada, come spesso succedeva. A Cagliari Gigi Riva poteva passeggiare senza che nessuno lo disturbasse, anche questo faceva parte della sua magia, tutti lo vedevano, tutti lo riconoscevano, ma il massimo del disturbo che gli si dava era un sorriso con un cenno del capo a mo' di saluto, che lui ricambiava con la sua solita cortesia ed educazione. Gli faccio il cenno del capo, lui risponde, poi si ferma a fissarmi e mi fa "ciao".
    Io stupito, ma si ricorda di me, Gigi?
    Certo, sei uno dei dirigenti del Carbonia, ci siamo conosciuti qualche anno fa.

    Questo è il mio personale ricordo e omaggio a Gigi Riva, era leggenda, ora è mito nel senso più epico del termine, è di quei personaggi che dopo la morte vengono divinizzati dalla cultura popolare e ricordati come semidei. Ciao Gigi, grazie di esserci stato.

    Edited by Decameron - 25/1/2024, 17:59
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    CITAZIONE (Pino salta con noi @ 21/9/2023, 18:44) 
    Nessuna partita di Champions League è semplice, men che meno in trasferta, contro una squadra che l’anno scorso, in un campionato competitivo come quello spagnolo, si è guadagnata l’accesso all’Europa che conta. Quello di ieri è un punto guadagnato. Ci sta anche, dopo 4 prestazioni eccellenti, un piccolo calo da parte di un’Inter che, come scritto correttamente da alcuni utenti in precedenza, ha avuto il merito, anche grazie ad un super Sommer, di tenere il match in bilico, riuscendo a pareggiare, Ma anche una sconfitta sarebbe stata accettabile. Nelle stagioni ci sono gli incidenti di percorso.

    Non mi serviva certo la partita a San Sebastian, ma via Onana per 55 pippi, dentro Sommer per due spicci, è una roba paragonabile al mitologico Ibrahimovic per Eto'o e millemila milioni.

    Nulla contro Onana, giocatore che ha fatto il suo l'anno scorso, che a suo modo ha dato un contributo importante, che ha dato pure dimostrazione di tenerci alla maglia e ha evidenziato alcune doti importanti, ma a quelle condizioni era da vendere senza stare a discuterci e al suo posto ci abbiamo messo un giocatore di livello internazionale sottovalutato da anni e che già anni fa avrei portato nella mia squadra.

    Dispiace vedere Onana vivere questo inizio di stagione agghiacciante e gli auguro di riprendersi, ma i suoi limiti si conoscevano e in un contesto meno "ovattato" di quello dell'Inter in un campionato molto più competitivo come la Premier League stanno venendo fuori tutti. Fermo restando che il Manchester United, come praticamente ogni anno da quando è andato via Sir Alex, è una roba raccapricciante.
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    CITAZIONE (GiaMatteoImpera @ 22/9/2023, 11:40) 
    Chi mi conosce sa che ho una specie di adorazione per Simone Inzaghi. Se proprio devo trovargli un difetto è la poca propensione a dare fiducia ai giovani.
    Parliamoci chiaro se ci sono i titolari giocano loro, poi eventualmente un titolare adattato al ruolo. Se non si può fare altro si mette il giovane.
    Asllani non gioca mai e quando lo fa, viene schierato in spezzoni di partite che forse per ora non sono ancora adatte al suo livello.
    Si veda la partita in casa del Barcellona.
    Asllani ha bisogno di farsi le ossa, giocando con un minimo di continuità con i Sassuolo, i Torino, l'Udinese. Non può essere buttato in campo dopo 6 mesi di inattività in partite ufficiali in una bolgia, altrimenti rischi di bruciarlo.
    Arnautovic farà qualcosa di utile a partita in corso, forse sì ma boh, ma per me era uno scaldabagno piazzato in mezzo al campo ed oggi lo è ancora di più.
    Col senno del poi tenere Dzeko come vice dei titolari sarebbe stata la ciliegina sulla torta.
    Ringraziamo sentitamente Lukaku anche per questo.

    Concordo in tutto su Asllani e su Inzaghi che purtroppo non è l'allenatore adatto a lui. Lo capisco pure a Limone, ha trovato la quadra di un centrocampo di assoluto livello in Italia e di ottimo livello internazionale con l'armeno, Barella e Calhanoglu, gli hanno preso un rincalzo che di fatto è un titolare come Frattesi (e Frattesi giocherà tanto), non è facile in queste condizioni trovare posto ad Asllani, considerando che una volta che Inzaghi trova le sue certezze fa fatica a metterle in discussione.

    Dzeko ha praticamente ammesso di essere stato mandato via perché bisognava fare posto a Lukaku, una gravissima cantonata che macchia un mercato condotto per il resto egregiamente, considerando la situazione. Purtroppo l'umorale belga ha scassato tutti i piani dell'Inter per l'attacco e ci siamo ritrovati a dover raccattare Arnautovic e Sanchez al mercatino rionale un attimo prima del gong, speriamo bene.
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    CITAZIONE (GiaMatteoImpera @ 19/9/2023, 13:27) 
    Tutto giusto, bravo ma aggiungo un dato. Per una volta l'essere aziendalista, non spaccare i maroni con i grandi nomi e il mercato da 10 euro nel ristorante da 100 euro ha giovato a Inzaghi. L'inter aveva una serie di grandi e ripeto grandi giocatori (e quindi grandi nomi) in fase di calo per svariati motivi. Inzaghi pazientemente ha sopportato di perdere Onana (per una cifra folle a cui non si poteva dire di no), Skri... quello lì che non nomino, capitano e titolare, Brozovic a mio parere il più forte e completo centrocampista della rosa che ormai dopo anni non riusciva più ad avere la giusta scossa. Davanti in un colpo solo ha perso i due centravanti titolari. Un Conte a giugno faceva volare la scrivania. Lui non solo non si è lamentato ma ha dichiarato di fidarsi della società e questa stagione l'Inter è in corsa per lo scudetto. La società (sempre brava a fare le nozze con i fichi secchi) alla fine gli ha dato sangue nuovo ma soprattutto un giocatore vero, di ruolo, un altro titolare, nei ruoli chiave. Difesa, esterni di centrocampo e Frattesi prima scelta quando esce uno dei titolari tra i centrali. Ora girandosi non vede Gagliardini e d'ambrosio eh.. solo davanti a mio parere non c'è una reale abbondanza perché a parte sua maestà Martinez abbiamo Thuram (che sfido chiunque a dire che si sarebbe dimostrato un potenziale crack) e due anziani paracarri come sostituti. Perché dai è così. Arnautovic è sempre stato un giocatore mediocre ed oggi non è manco più giovane, la Lamborghini in spiaggia un carneade.
    E l'esperienza fatta lo scorso anno da Inzaghi remando solo contro tutti credo abbia giovato come rispetto dei suoi giocatori e gli abbia donato nuove sicurezze.

    Anzi, quest'anno col mercato i nostri onorevoli padroni cinesi sono stati pure "generosi" e hanno concesso di spendere quanto si incassava. l'Inter ha incassato 100 e speso 100, un lusso se pensiamo ai nostri mercati precedenti in cui bisognava fare "l'attivo".

    Inzaghi aziendalista che però si fida di una società con le capacità di costruire buone squadre anche senza i miliardi da spendere.

    P.S.
    Anche io trovo agghiacciante l'attacco, dobbiamo accendere tutti i ceri possibili per la salute di Lautaro e Thuram.
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    CITAZIONE (GiaMatteoImpera @ 17/9/2023, 22:06) 
    Becker ero ovviamente sarcastico. Anche solo perché odio Gonte in tutta, come dire.. ecco ho trovato il termine, in tutta la sua essenza.
    Inzaghi è un bravo allenatore e presto diventerà un grande allenatore. Un allenatore che lavora con ciò che gli viene dato, che difende la società, che migliora i giocatori che gli danno. Un allenatore che studia, che evolve i suo gioco. Un allenatore che ha la signorilità di non sottolineare che prima tutti lo hanno lasciato da solo (temo anche in società) poi sul qule carro ci sono saliti un pò tutti. Un allenatore che ci ha regalato una finale di champions che era semplicemente impronosticabile, superando un girone di ferro. Solo stima per Inzaghi.

    Inzaghi ha superato un importante esame di maturità nella scorsa primavera quando la squadra sembrava in caduta libera e lui sembrava destinato all'esonero a fine stagione, se non addirittura prima.

    Altri nella stessa situazione si sarebbero lasciati andare in rassegnata attesa del proprio destino, lui ha reagito, ha ripreso in mano le redini della squadra e l'ha condotta verso una qualificazione in Champions praticamente in carrozza (cosa non affatto scontata, al momento della crisi) e soprattutto in una finale di Champions persa con tanti rimpianti contro una squadra di diversi universi superiori in tutto.

    Dalla scorsa primavera, almeno a livello di gioco, stiamo assistendo a una delle migliori Inter che io personalmente abbia mai visto. Vedremo come continuerà questa stagione, non le vinceremo tutte ovviamente (anche perché non incontreremo sempre il Milan), qualche momento di calo ci sarà, ma potremo viverli con la fiducia di un gruppo e un allenatore che hanno già dimostrato di saper reagire.
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    In effetti il concetto del padre dell'accusato che interroga privatamente l'accusato stesso e assicura che è tutto a posto e non sono stati commessi reati è giuridicamente interessante, soprattutto quando il padre dell'accusato è casualmente anche la seconda carica dello Stato
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    CITAZIONE (sivori64 @ 24/6/2023, 11:47) 
    cioè
    putin cercava i nazisti in illinois e ce li aveva sotto il naso?
    minghia
    stratega come pochi

    Su questa cosa ci sarà da capire, ma figuriamoci se la Russia permetterà mai di farlo.

    Un avanzo di galera reinventatosi signore della guerra con la sua banda di avanzi di galera che risponde solo a lui si gira il cazzo e invade il paese arrivando quasi alle porte di Mosca in una giornata e poi torna indietro perché Lukachenko (cioè, Lukachenko, sostanzialmente un maggiordomo di Putin) gli dice di farlo?

    Prigozhin è un delinquente, ma non è pazzo, se ha fatto una cosa del genere credo proprio che avesse delle garanzie, del resto lo hanno praticamente lasciato fare fino a quando non si è avvicinato troppo a Mosca. E se ha accettato di ritirarsi devono avergli dato delle precise garanzie.

    Di sicuro ne esce l'immagine di un Putin indebolito, che fino a poche ore prima faceva la faccia feroce in tv e poi passa per quello che ha dovuto accettare dei compromessi. Esce un'immagine anche abbastanza inquietante della Russia, paese che con tutta la sua grandeur da super potenza (che da oltre un anno si è impantanata in un vero e proprio Vietnam ucraino) ha dimostrato che un qualsiasi signore della guerra può girarsi il cazzo e mettere in discussione l'autorità centrale.

    Del resto la colpa è di Putin stesso, lui ha favorito e reso potenti questi personaggi finché gli facevano comodo per i lavori sporchi, ma ora la cosa gli sta sfuggendo di mano.
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    Un mio conoscente, nemmeno amico, amico di amici che sta in una chat di gruppo, se ne sta uscendo da ieri coi panegirici di Berlusconi

    "Senza Silvio non avremmo avuto il grande Milan, Milano 2, la tv commerciale, la fine della guerra fredda"

    A parte che ancora con questo mito della fine della guerra fredda a Pratica di mare, come se nell'ultimo anno non fosse successo qualcosa nel mondo proprio ad opera di uno di quelli che aveva "chiuso" la guerra fredda a Pratica di mare, ma poi...

    Milan, Milano 2, Milano 3...cioè, nel concreto, al paese, che benefici ha apportato avere una squadra di calcio e costruire dei quartieri per ricchi?

    Quando il giudizio su un politico alla fine si riduce a quello che ha fatto come privato ti stai dando le risposte da solo. E non è solo questo mio conoscente, sono cose che sto leggendo da ieri su diverse fonti.

    P.S. del grande Milan anche sticazzi, fosse per me sarebbe rimasto una nobile decaduta a fare la spola tra A e B come un Torino qualsiasi, io non avrei avuto nulla in contrario :wub2.gif:
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    CITAZIONE (Garrincha (member14343) @ 12/6/2023, 13:42) 
    figurati, sto già combattendo con quelli che "si non era un santo ma nella morte serve rispetto".

    Questa visione cattobuonista del "morto che si deve rispettare" mi è sempre stata sui coglioni. Quindi non possiamo parlare male di un pezzo di merda solo perché è morto? Prima era un pezzo di merda vivo, ora è un pezzo di merda morto, stop, l'unica differenza è questa. Allora non parliamo male di Hitler perché, poverino, è morto?

    Berlusconi e quello che rappresentava è stato uno dei peggiori tumori della società, della politica e della cultura italiana, il mio unico rimpianto è che sia levato dalla palle quando ormai era solo un vecchio semirimbambito che non contava più niente senza aver mai fatto un giorno di galera in vita sua.

    Edited by Decameron - 13/6/2023, 10:15
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    Così fa male.

    Fosse stato un 3-0 secco, se non 5 come certi soloni dicevano, me ne sarei fatto serenamente una ragione, sono immensamente più forti, si sapeva, si è visto, amen.

    Così no però, così è brutto. Loro immensamente più forti? Sulla carta senza dubbio, sui bilanci pure, persino ieri in campo per quanto riguardava le giocate individuali, con cose che sui campi di Serie A non si vedono, per qualità e velocità. Ma nel complesso non si è vista questa "immensa superiorità" e ci ritroviamo qui, con il rimpianto di una partita giocata alla pari, con negli occhi le occasioni sprecate e la consapevolezza che il sogno era lì, era realizzabile, si poteva raggiungere.

    E' un grande peccato, ma lo sport è anche questo. Ringraziamo comunque questa squadra, un gruppo dal cuore enorme che è andato a un tanto così dal regalarci un sogno che nessuno avrebbe mai immaginato a inizio stagione e che ci ha regalato comunque una serata magica.
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    Coppone Inzaghi sbatterà Correa e Gagliardini in faccia a Guardiola tirando fuori il pisello in mondovisione. E vincerà.
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    Sensazione strana questa.

    Vedrò per la settima volta in vita mia l'Inter disputare una finale europea.

    Ne ho viste cinque di Coppa Uefa/Europa League, tre sono state vinte, due (Schalke e Siviglia) bruciano ancora per quello che poteva essere e non è stato.

    Quella di Madrid aveva un sapore particolare, la prima di Champions, la possibilità del triplete, ma tutte queste finali le ho vissute con un sentimento, con la consapevolezza che l'Inter fosse più forte o comunque non inferiore al suo avversario.

    Per questa di Istanbul invece, per la prima volta, sento proprio la consapevolezza che l'avversario sia fuori portata, troppo più forte, troppa differenza tra le due squadre a livello tecnico e di potenza economica. La vivo con serenità, pensando che non si può chiedere a questa Inter di fare più di quanto ha già fatto. Se ci riusciranno sarà storia, sarà goduria, se non ci riusciranno ci sarà certamente l'amarezza, ma potremo addolcirla col ricordo di un bel sogno che è stato bello finché è durato.

    Ma una riflessione finale me la voglio concedere, l'avversario è forte, fortissimo, di un altro pianeta a livello calcistico, ma è pur sempre umano.
    Pensate a chi scese in campo a Vienna nel 1964, contro il Grande Real che, per quanto a fine ciclo, era pur sempre il Grande Real. In un'epoca in cui conoscevi il tuo avversario solo attraverso le pagine dei giornali, spesso tracimanti retorica che sconfinava nell'epica, quella squadra in bianco non appariva nemmeno umana, si pensava fosse composta da individui letteralmente alieni, imbattibili, invincibili, avvolti dall'aura della leggenda di quanto avevano compiuto negli anni precedenti.

    Quel 27 maggio del 1964, al Prater di Vienna, Sarti, Burgnich, Facchetti, Tagnin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Milani, Suarez e Corso scesero in campo contro 11 individui dei quali forse si ignorava anche la reale esistenza, da quanto venivano mitizzate le loro imprese calcistiche.
    Sembrava uno scoglio insuperabile per una squadra che si affacciava al calcio dei grandi d'Europa per la prima volta nella sua storia.
    Eppure scesero in campo e si resero conto che erano comunque 11 esseri umani come loro. Scesero in campo e li affrontarono. E vinsero.
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    E' molto probabile che il City ci leverà la pelle e si farà un panno per lucidare la coppa, siamo realisti.

    Molto probabile, quasi sicuro oserei dire, ma non sicuro al 100%. La partita inizierà sullo 0-0 come qualsiasi altra partita e ho fiducia in Inzaghi, uno che ha già dimostrato di saper preparare le partite secche, anche quelle sulla carta proibitiva, e in un gruppo che ha l'occasione della vita e non ha nulla da perdere. Andiamo, giochiamola, onoriamola. Qualunque sarà il risultato questi ragazzi meriteranno gli applausi alla fine.
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    Forse chi non c'era fatica a capirlo, non per incapacità sua, ma perché gli mancano gli elementi, gli mancano le esperienze.

    Quanto successo tra ieri e la settimana scorsa è la chiusura di un cerchio, il riscatto di una generazione.

    Ora ribadisco quanto detto ieri, per alzarla a Istanbul servirebbe un miracolo, ma fa niente: andiamoci, giochiamola e vada come vada. Arrivarci così era troppo importante per altri motivi.
1563 replies since 15/9/2012
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