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Posts written by Oskar

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    Significativo che si ritirino nello stesso anno Pozzato e Cunego, due ciclisti che una quindicina di anni fa avevano lasciato intravedere potenzialità immense, tali da poter dominare la scena nei rispettivi terreni per almeno un decennio, e che non sono riusciti a mantenere le promesse, pur avendo avuto carriere rispettabili e ottenuto alcuni importanti successi.
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    A me la nostra nazionale è piaciuta.
    Sono felicissimo per Valverde, tifavo per lui. Se lo merita come nessun altro.
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    Da Corea e Giappone 2002 non vedevo un arbitro così scarso.
    Espulsione ridicola di Ronaldo.
    Secondo rigore per la Juve generoso.
    Gestione assurda dei gialli.
    Rigore finale per il Valencia inesistente.
    Comunque Juve troppo forte, c'era poco da fare.
    Quest'anno dico da interista che la Juventus vince il campionato a marzo e in champions se la gioca solo con Barca, Bayern, Real, Liverpool e City.
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    Credo che tutti, da appassionati di ciclismo, ci siamo scottati fin troppe volte.
    Pensare che oggi i controlli antidoping siano perfetti e che quindi Siutsou sia stato beccato solo perché ha iniziato ora a imbrogliare mi sembra purtroppo un'illusione.
    Non vedo infine la ragione per scaldarsi: qui amiamo tutti il ciclismo e nessuno sostiene che sia l'unico sport con dopati. Semplicemente abbiamo dovuto vivere molte brutte storie e non ci fidiamo più.
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    Detesto doverlo dire, ma quando sento queste cose mi chiedo sempre se si tratti davvero di un ciclista disperato che, a fine carriera, le prova tutte per strappare un altro contratto o piuttosto di uno che l'ha fatta franca per tutta la vita salvo essere alla fine beccato, magari per un errore di dosaggio.
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    Dunque, vedo esonerati in questo ordine:

    1. Inzaghi Filippo
    2. D'Aversa
    3. Longo
    4. Inzaghi Simone
    5. D'Anna
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    CITAZIONE
    NB: pare che a John Elkann sia stato chiesto se la Juve potesse permettersi Ronaldo. Risposta, una roba del genere: "non mi occupo direttamente di Juventus, ma la nostra azienda fattura 135 miliardi l'anno".

    La solita occasione persa di stare zitto. Se le cose vanno così magnificamente, come mai ci sono migliaia di operai in cassa integrazione?
    Lapo ogni volta che parla fa danni.
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    CITAZIONE
    l'investimento lo fa tutto il gruppo FCA

    Sì beh il gruppo FCA e la Juva hanno lo stesso proprietario. E' una sorta di gioco delle tre carte.
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    Ronaldo, se ho fatto bene i calcoli, peserà sul bilancio juventino per più di 90 milioni l'anno (tra ammortamento e ingaggio) per i prossimi quattro anni. Con queste cifre non può essere solo una questione di immagine. E' un rischio calcolato per vincere la Champions.
    Qualsiasi risultato che non sia la vittoria della coppa dalle grandi orecchie sarà, per la Juve, un fallimento; in ogni caso il tentativo di alzare l'asticella una volta per tutte andava fatto secondo me.
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    Tra un anno, quando la Juve avrà vinto l'ennesimo scudetto, attendo ansioso i commenti sulla "grande impresa bianconera contro tutti e tutti".

    La Juve ha preso un rischio a investire tutti questi soldi su un trentatreenne, ma secondo me ha fatto bene. È un all in per la Champions.
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    Ciao Tadde, avevo aperto un topic apposito per le pagelle, magari accorpiamo!
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    Non spingete eh :wink_smilie.gif:
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    Eccoci alle tradizionali pagelle del Giro d' Italia.

    Froome: 10. Vince il Giro con un'azione d'altri tempi. Sa soffrire nelle prime due settimane, riesce a rimanere attaccato ai primi e poi a trionfare. Semplicemente perfetto, anche in prospettiva doppietta col Tour de France.

    Dumoulin: 9. Perde ma lotta. Intelligente, esperto, generoso, un corridore di gran classe. Non riesce a ripetersi dopo il trionfo del 2017 ma si conferma a livelli altissimi.

    Lopes: 8. Maglia bianca e podio, davvero niente male.

    Viviani: 8. Con 4 vittorie di tappa e la maglia ciclamino sarebbe un Giro da 9, ma perde un punto per l'esultanza inutilmente polemica dopo la sua terza volata vincente. In generale sembra finalmente maturo ad alti livelli.

    Bennet: 8. Tre tappe con la perla finale a Roma, sempre davanti quando conta.

    Carapaz: 7,5. Porta a casa una tappa e un buon quarto posto in classifica, ma con un po' più di coraggio avrebbe potuto anche sopravanzare Lopes sul podio e nella classifica di miglior giovane. Prospetto di alto livello.

    Pinot: 7,5. Torna a casa a mani vuote: nessuna vittoria e ritiro alla penultima tappa per un malore. La sua grinta e il suo amore per il Giro, però, gli fanno guadagnare tanti estimatori in Italia, fatto più unico che raro per un francese. A presto Thibaut!

    Yates: 7. Resta senza benzina a fine Giro, ma rimangono negli occhi i tre successi di tappa e il coraggio di attaccare in rosa. Se farà tesoro di questa esperienza, in futuro lo vedremo trionfatore al Giro.

    Sky: 7. Sottovalutata da tanti prima del Giro, la formazione britannica si dimostra inferiore a quella degli ultimi Tour, ma comunque valida e compatta intorno al suo capitano, con un Poels preziosissimo in diversi frangenti.

    Pozzovivo: 6. Il quinto posto finale è un buon risultato, ma l'impressione è che abbia perso un treno importante, forse l'ultimo, per salire sul podio della corsa rosa, specialmente dopo il crollo di Yates e il ritiro di Pinot. Peccato per quel Colle delle finestre.

    Chaves: 5. La vittoria di tappa non può bastare per salvare il suo Giro d'Italia. Educato e sportivo come sempre, lo aspettiamo protagonista nel 2019.

    Ciclismo italiano: 4. Viviani e poi poco. Il nostro movimento ciclistico anche al Giro 101 continua il suo declino.

    Aru: 3. Arriva fuori forma e non migliora. Getta anche la spugna, proprio lui che in passato aveva sempre stretto i denti. Involuzione preoccupante la sua, speriamo si ritrovi presto.

    UAE Emirates: 2. Un disastro su tutta la linea.
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    Qualcuno tolga il microfono a Magrini. Peggior commentatore di sempre.
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    So che suona presuntuoso dirlo, ma lo avevo scritto che Froome si sarebbe mangiato tutti nella terza settimana se non lo avessero messo definitivamente fuori dai giochi prima.
    Ieri ha compiuto una grande impresa, ma un'impresa umana, come tutte le sue vittorie. Con questo non voglio dire che non sia dopato, la mano sul fuoco non la metto per nessuno, ma nei grandi giri che ha vinto Froome è sempre stato umano: quando andava fortissimo nelle prime due settimane, soffriva nella terza; quando, come quest'anno, è stato il più forte nella terza settimana, all'inizio aveva stentato. Non è mai stato come Armstrong, dominatore assoluto per tutta la durata del Tour.
    Ieri è stato eccezionale per coraggio, cuore e gambe, ma bisogna anche sottolineare i contorni della sua impresa: in salita non ha guadagnato moltissimo, ha costruito il suo vantaggio finale in discesa e sui falsopiani, approfittando della cattiva organizzazione di chi lo inseguiva. Inoltre dietro di lui aveva un solo corridore davvero di spessore internazionale, Dumoulin (chapeau alla sua intelligenza ciclistica e alla sua qualità), l'unico con un grande giro nel palmares, che per altro non era certo sul proprio terreno. Per il resto c'erano due giovani sudamericani che non hanno mai tirato e un Pinot con tanta voglia ma che non stava certo volando fino a ieri in questo Giro. Per questo l'impresa di Froome non ha nulla a che spartire con quella di Landis al Tour de France 2006, quando il ciclista statunitense guadagnò 7 minuti (non 3 come Froome) dopo 125 km da solo e con tutto un gruppo che tirava alle sue spalle e che comprendeva corridori come Kloeden, Sastre e Cadel Evans oltre a Oscar Pereiro Sio che era in maglia gialla.
    Froome è stato davvero bravo: ha saputo soffrire nelle prime due settimane e, salvo ribaltoni oggi (comunque possibili vista la difficoltà della tappa), probabilmente si porterà a casa il Giro pur non avendolo corso al 100%, tenendosi aperta la porta per la leggendaria doppietta col Tour, anche se sulle strade di Francia avrà avversari di altro spessore, come Quintana e Nibali. Io tifo sempre per chi ha il coraggio di provare a vincere Giro e Tour nello stesso anno, quindi sono molto felice che Froome possa farcela.
    Per il resto mi spiace per Pozzovivo, arrivato evidentemente troppo in forma all'inizio del Giro e che ha visto sfumare ogni chance di podio, e per Aru, la cui involuzione nelle ultime stagioni è preoccupante. Il ritiro di ieri è il simbolo di una resa che mal si concilia con la grinta che in passato aveva mostrato.
    Ultimo pensiero per Yates: ha finito la benzina ed è un peccato per lui e per la sua squadra, magnifici fino a ieri. Rimangono le belle cose che ci ha fatto vedere; l'esperienza di quest'anno gli sarà utile per il prosieguo della sua carriera: le tre settimane non si possono affrontare sempre a tutta.
308 replies since 21/7/2007
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