R. I. P. DIEGO

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    CITAZIONE (V!ncenzo @ 25/11/2020, 23:03) 
    A DIEGO

    di Gianni Minà

    Con Maradona il mio rapporto è stato sempre molto franco.
    Io rispettavo il campione, il genio del pallone, ma anche l’uomo, sul quale sapevo di non avere alcun diritto, solo perché lui era
    un personaggio pubblico e io un giornalista.
    Per questo credo lui abbia sempre rispettato anche i miei diritti e la mia esigenza, a volte, di proporgli domande scabrose.

    So che la comunicazione moderna spesso crede di poter disporre di un campione, di un artista soltanto perché la sua fama lo obbligherebbe a dire sempre di sì alle presunte esigenze
    giornalistiche e commerciali dell’industria dei media.
    Maradona, che ha spesso rifiutato questa logica ambigua, è stato tante volte criminalizzato.

    Una sorte che non è toccata invece, per esempio, a Platini, che come Diego ha detto sempre no a questa arroganza del giornalismo moderno, ma ha avuto l’accortezza di non farlo brutalmente, muro contro muro, bensì annunciando, magari con un sorriso sarcastico, al cronista prepotente o pettegolo “dopo quello che hai scritto oggi, sei squalificato per sei mesi. Torna da me al compimento di questo tempo.”
    Era sicuro, l’ironico francese, che non solo il suo interlocutore assalito dall’imbarazzo non avrebbe replicato, ma che la Juventus lo avrebbe protetto da qualunque successiva polemica.

    A Maradona questa tutela a Napoli non è stata concessa, anzi, per tentare di non pagargli gli ultimi due anni di contratto, malgrado le tante vittorie che aveva regalato in pochi anni agli azzurri, nel
    1991 gli fu preparata una bella trappola nelle operazioni antidoping successive a una partita con il Bari, in modo che fosse costretto ad andarsene dall’ Italia rapidamente.
    Eppure nessuno, né il presidente Ferlaino, né i suoi compagni (che per questo ancora adesso lo adorano) né i giornalisti,
    né il pubblico di Napoli, hanno mai avuto motivo di dubitare della lealtà di Diego.

    Io, in questo breve ricordo, a conferma di questa affermazione, voglio segnalare un semplice episodio riguardante il nostro rapporto di reciproco rispetto.
    Per i Mondiali del ’90, con l’aiuto del direttore di Rai Uno Carlo Fuscagni, mi ero ritagliato uno spazio la notte, dopo l’ultimo telegiornale, dove proponevo ritratti o testimonianze dell’evento
    in corso, al di fuori delle solite banalità tecniche o tattiche. Questa piccola trasmissione intitolata “Zona Cesarini”, aveva suscitato però il fastidio dei giovani cronisti d’assalto (diciamo così...) che
    occupavano, in quella stagione, senza smalto, tutto lo spazio possibile ad ogni ora del giorno e della notte. La circostanza non era sfuggita a Maradona ed era stata sufficiente per avere tutta la sua simpatia e collaborazione.
    Così, nel pomeriggio prima della semifinale Argentina-Italia, allo stadio di Fuorigrotta di Napoli, davanti a un pubblico diviso fra l’amore per la nostra nazionale e la passione per lui, Diego,
    mi promise per telefono: “Comunque vada verrò al tuo microfono a darti il mio commento. E tengo a precisare, solo al tuo microfono.”

    La partita andò come tutti sanno. Gol di Schillaci e pareggio di Caniggia per un’uscita un po’ avventata di Zenga.
    Poi supplementari e calci di rigore con l’ultimo, quello fondamentale, messo a segno proprio da quello che i napoletani chiamavano ormai “Isso”, cioè Lui, il Dio del pallone.
    L’atmosfera rifletteva un grande disagio. Maradona, per la seconda volta in quattro anni, aveva riportato un’Argentina peggiore di quella del Messico, alla finale di un Mondiale che la Germania, qualche giorno dopo, gli avrebbe sottratto per un rigore regalato dall’arbitro messicano Codesal, genero del vicepresidente della Fifa Guillermo Cañedo, sodale di Havelange, il presidente brasiliano del massimo ente calcistico, che non avrebbe sopportato due vittorie di seguito dell’Argentina, durante l’ultima parte della sua gestione.

    C’erano tutte le possibilità, quindi, che Maradona disertasse l’appuntamento. E invece non avevo fatto a tempo a scendere negli spogliatoi, che dall’enorme porta che divideva gli stanzoni
    delle docce dalle salette delle tv, comparve, in tenuta da gioco, sporco di fango e erba, Diego, che chiedeva di me, dribblando perfino i colleghi argentini. C’era, è vero, nel suo sguardo,
    un’espressione un po’ ironica di sfida e di rivalsa verso un ambiente che in quel Mondiale, non gli aveva perdonato nulla, ma c’era anche il suo culto per la lealtà che, per esempio, lo aveva fatto
    espellere dal campo solo un paio di volte in quasi vent’anni di calcio.

    Cominciammo l’intervista, la più ambita al mondo in quel momento, da qualunque network.
    Era un programma registrato che doveva andare in onda mezz’ora dopo, perché più di trent’anni di Rai non mi avevano fatto “meritare” l’onore della diretta, concessa invece al cicaleggio più inutile.
    Ma a metà del lavoro eravamo stati interrotti brutalmente non tanto da Galeazzi (al quale per l’incombente tg Diego concesse un paio di battute) ma da alcuni di quei cronisti d’assalto che già
    giudicavano la Rai cosa propria e che pur avendo una postazione vicina ai pullman delle squadre, volevano accaparrarsi anche quella dove io stavo intervistando Maradona. El Pibe de Oro fu
    tranciante: “Sono qui per parlare con Minà. Sono d’accordo con lui da ieri. Se avete bisogno di me prendete contatto con l’ufficio stampa della Nazionale argentina. Se ci sarà tempo vi accorderemo qualche minuto.” Aspettò in piedi, vicino a me, che terminasse l’intervista con un impavido dirigente del calcio italiano, disposto a parlare in quella serata di desolazione, poi si risedette, battemmo un nuovo ciak e terminammo il nostro dialogo interrotto. Quella testimonianza speciale, di circa venti minuti, fu richiesta anche dai colleghi argentini, e andò in onda (riannodate le due parti) dopo il telegiornale della notte.
    Fu un’intervista unica e giornalisticamente irripetibile, solo per l’abitudine di Diego Maradona a mantenere le parole date.

    Lo stesso aveva fatto per i Mondiali americani del ’94 quando aveva accettato per due volte di ritornare all’attività agonistica in nazionale prima per assicurare la partecipazione alla querida
    Argentina nel match di spareggio contro l’Australia e poi giocando tre partite all’inizio dei Mondiali stessi, prima che lo fermassero. Eppure, val la pena ricordarlo, nel momento in cui, con un'accusa
    ridicola era stato sospeso per doping dopo le prime due partite.

    La Federazione del suo amato paese non aveva mandato nemmeno un avvocato a respingere legalmente l’imputazione che non stava in piedi: “Hanno preferito trafiggere con un coltello il cuore di un bambino” aveva commentato Fernando Signorini, il suo allenatore e consigliere, quando la mattina dopo ci eravamo incontrati.
    L’intervista da un motel dove aveva soggiornato con i parenti l’avevo ottenuta io. I giapponesi l’avevano mandata in diretta e i francesi in differita, un po’ di ore dopo, non credendola
    possibile.
    Così, insomma, questo modo di comportarsi da grande e da piccino lo ha portato a superare ogni avversità e pericoli - anche quelli che sembravano impossibili - della sua esistenza.
    Dalla polvere di Villa Fiorito, nella provincia di Buenos Aires, dove è cominciata la sua avventura di più grande calciatore mai nato alla militanza politica nei partiti progressisti latinoamericani per i quali
    ha dato molte volte la propria faccia.

    Nessun calciatore è mai arrivato a tanto.

    Diego, per una ironia del destino, se n’è andato da questo mondo lo stesso giorno di un altro gigante, Fidel Castro.

    Alla fine li rimpiangeremo, come succede a chi ha lasciato una traccia indelebile nel gioco del calcio e della vita.

    E ora silenzio.

    Il suo prezzo al mondo del pallone lo ha pagato da tempo.

    Fossi un portatore di cappelli me ne toglierei adesso una dozzina!!! :(
     
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    Volevo aggiungere una cosa.
    Maradona nella sua vita ne ha combinate tante certo, ma ho sempre apprezzato la sua schiettezza. Era uno vero, diceva quel che pensava, non faceva il fenomeno, non gliene fregava nulla di apparire in un certo modo...era come lo vedevi, a differenza di tanti. In un mondo social in cui ormai la maggior parte dei vip (ma non solo) è sempre in cerca di notorietà, like, followers ecc..uno come lui mi mancherà.
     
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  6. napoli28
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    Folla immensa per vedere il feretro alla Casa Rosada.

    Il Mito resterà eterno.

    Uno del popolo, uno di noi nel bene e nel male. Pongo anche all'attenzione questo video. Riscaldamento su un terreno ( non campo) pieno di fango in un parcheggio praticamente a Acerra per raccogliere fondi per un bambino che si doveva operare.

    Immaginatevi oggi una cosa del genere praticamente impossibile e quella maglietta sporca di fango dice tutto.

     
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    Spero non mi fuciliate, ma l'uomo Maradona fin da bambino mi ha sempre fatto un po', se mi passate il termine, "pena", mi è sembrato sempre troppo vittima del suo personaggio, penso per un eccesso di generosità. Ritengo che sia stato schiacciato da tutta questa popolarità ed attenzione quasi morbosa per lui fin da adolescente. Avrebbe avuto bisogno attorno di gente che lo isolasse in qualche momento. Sempre troppo attorniato di gente che lo idolatrava e lo assecondava in tutto. Se esiste un aldilà spero trovi una pace. Un bel personaggio pubblico (ce ne fossero), per me l'uomo nel privato ne è stato schiacciato.
     
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  8. napoli28
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    CITAZIONE (burgmeister @ 26/11/2020, 11:59) 
    Spero non mi fuciliate, ma l'uomo Maradona fin da bambino mi ha sempre fatto un po', se mi passate il termine, "pena", mi è sembrato sempre troppo vittima del suo personaggio, penso per un eccesso di generosità. Ritengo che sia stato schiacciato da tutta questa popolarità ed attenzione quasi morbosa per lui fin da adolescente. Avrebbe avuto bisogno attorno di gente che lo isolasse in qualche momento. Sempre troppo attorniato di gente che lo idolatrava e lo assecondava in tutto. Se esiste un aldilà spero trovi una pace. Un bel personaggio pubblico (ce ne fossero), per me l'uomo nel privato ne è stato schiacciato.

    Penso che ognuno può esprimere ciò che pensa.

    Trovarsi in quell'epoca e in certe dinamiche personalmente credo che se non si sono vissute non si possono comprendere o analizzare più nel profondo. Chi sbaglia paga e chi sbaglia, sbaglia. Ma viverlo e vederlo dal vivo o chi ha avuto la fortuna di giocarci insieme è tutta altra storia che scrivere su questo forum o altrove. Certe emozioni non si possono descrivere se non ci si è dentro, imemersi e coinvolti.

    Se però si guarda oltre credo che a prevalere sia la luce più che le ombre o il buio. Ha sbagliato , ha pagato si è rialzato. Poi potrà piacere o meno ma Il Mito resta e resterà per sempre basta vedere quello che oggi sta succedendo in Argentina ma anche nel mondo e cosa dicono di lui tanti avversari oltre che la gente e i compagni di squadra.

    Lui per me rappresenta il Popolo con tutte le sue luci e ombre sicuramente non è una figurina come tanti Campioni attuali anche loro poi con luci e ombre.
    La maglia numero 10 è incarnata nella sua pelle per sempre. Il Mito resta le chiacchiere parlando in generale le porta via il vento.

    Edited by napoli28 - 26/11/2020, 12:13
     
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    CITAZIONE (burgmeister @ 26/11/2020, 11:59) 
    Spero non mi fuciliate, ma l'uomo Maradona fin da bambino mi ha sempre fatto un po', se mi passate il termine, "pena", mi è sembrato sempre troppo vittima del suo personaggio, penso per un eccesso di generosità. Ritengo che sia stato schiacciato da tutta questa popolarità ed attenzione quasi morbosa per lui fin da adolescente. Avrebbe avuto bisogno attorno di gente che lo isolasse in qualche momento. Sempre troppo attorniato di gente che lo idolatrava e lo assecondava in tutto. Se esiste un aldilà spero trovi una pace. Un bel personaggio pubblico (ce ne fossero), per me l'uomo nel privato ne è stato schiacciato.

    Ci mancherebbe, esprimete ciò che volete. Io un pò vi capisco, nel senso che chi non è tifoso del Napoli e non ha vissuto in prima persona, non potrà mai comprendere ciò che è stato Diego per noi. Ha fatto conoscere Napoli al Pianeta e non solo per la camorra o per tanti altri problemi che affliggono qualsiasi città al mondo. Maardona pe ri napoletani è stato la rinascita, la resurrezione di un popolo martoriato ed etichettato per ciò che non è. Lui purtroppo si è fidato di persone ch ehanno speculato sulla sua pelle e non è stato forte di testa, però, mi raccantano anche di un uomo (che ha commesso molti errori) molto sensibile, altruista che ricordiamolo, era capace di andare a giocare su un campetto di periferia sporco di fango solo per aiutare i bambini.
    Hasta la vista DIEGO.
     
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    Maradona ha dato lustro,ha portato Napoli al centro dell'attenzione mondiale,ha fatto sognare e vivere anni indimenticabili ad una città intera.
    Ha portato la bellezza di Napoli a tutti,ha fatto parlare di Napoli non per le problematiche quotidiane,ma per una sorta di rivincita si sportiva, ma anche sociale...quella dei più in difficoltà che per un periodo si son sentiti rinati ed orgogliosi
     
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    Qualcuno avvisi Cruciani che non deve proprio ora fare battute squallide ne vale della sua vita. Non si sa mai
     
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  12. napoli28
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    CITAZIONE (Netscanner @ 26/11/2020, 13:30) 
    Qualcuno avvisi Cruciani che non deve proprio ora fare battute squallide ne vale della sua vita. Non si sa mai

    Ti invito a cancellare il tuo post.

    Eviterei di sporcare queste poche pagine di dediche nel ricordo di Diego e nel giorno del suo funerale parlando di una nullità inesistente questo come altre che quando moriranno non verranno ricordate neanche dai propri cani.

    Non diamogli pubblicità gratuita. Non so e mi interessa neanche cosa abbia cacato.

    Per cortesia, lasciato perdere.
     
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  14. napoli28
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    https://www.corrieredellosport.it/news/cal...latini_protetto

    GIORNALISTI. Ecco qui bisogna fare tanta ma tanta pubblicità.
     
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    secondo me se maradona fosse stato diverso o più "equilibrato" sotto l'aspetto umano non sarebbe stato maradona e forse non sarebbe ricordato come un mito ma solo come un fuoriclasse immenso.
    l'ho sempre visto come una sorta di nuovo ernesto guevara per l'argentina e secondo me ha rappresentato meglio di tutti i pregi e difetti del popolo argentino prima ancora che di napoli.
    ha sempre preso sul personale le questioni, dal conflitto geopolitico con gli inglesi per le isolette a quando il portiere del boca gli disse "diventerai un ciccione" (gli giurò vendetta rifilandogli un gol su punizione incredibile da defilato).
    per non parlare di tutte le polemiche con la FIFA.

    maradona era un prendere o lasciare e una volta preso diventava "tuo".

    CITAZIONE (napoli28 @ 26/11/2020, 13:43) 
    www.corrieredellosport.it/news/cal...latini_protetto

    GIORNALISTI. Ecco qui bisogna fare tanta ma tanta pubblicità.

    io queste cose le lascerei perdere, ognuno nella vita fa il suo percorso e se cerchi pioggia, pioggia avrai..e diego senza fango e pioggia non sarebbe stato lui.

    Edited by Garrincha (member14343) - 26/11/2020, 13:45
     
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